“…la tranquilla provincia può nascondere una violenza inaudita…”
Buongiorno Readers, siamo ad un nuovo venerdì e a una nuova recensione
oggi per “Leggo e recensisco” vi parlerò di La valle dei cadaveri di Antonio Invernici
Cominciamo con la sinossi:
Lago di Como, primi giorni d’estate. Benedetta, diciassettenne appartenente a una famiglia influente e facoltosa, scompare nel nulla. Il suo motorino viene ritrovato sul fondo di una scarpata, in una zona isolata e impervia, tra le montagne.
Il commissario Gropello e la sua squadra, a cui è stato assegnato il caso, devono perciò scartare l’ipotesi di una fuga volontaria e cercare un’altra pista, ma gli indizi sono davvero pochi.
A mettersi sulle tracce del vero responsabile del rapimento, anche se all’inizio solo per gioco, sono invece Federico e Massimo, due ragazzi che stanno trascorrendo le vacanze a Nisio, un paesino abbarbicato sulle pendici della tetra Valle dei Cani, vicino al bosco dov’è stato abbandonato lo scooter.
La polizia riuscirà a risolvere il caso prima di loro e a ritrovare Benedetta sana e salva? Quella che sembrava una tranquilla realtà di provincia si trasforma in un paesaggio inquietante, intriso di violenza. Lo sciabordio sinistro delle onde del lago e il cupo silenzio dei boschi diventano il palcoscenico di uno spettacolo perverso, in cui tutti gli attori, sia gli adulti che gli adolescenti, risulteranno colpevoli.
Un thriller che a tratti prende le tinte dell’horror
devo dire onestamente che non l’ho amato.
Mentre all’inizio mi sono sentita coinvolta dal rapimento di Benedetta e ho trovato bella l’idea dei tre ragazzi che cominciano ad indagare…
con l’andare della storia, il racconto si è complicato con una vicenda laterale, poco credibile a mio avviso e impregnata solo di violenza e follia.
Il cambio continuo di direzione, porta insicurezza nel lettore e forse anche confusione e diventa difficile capire l’andamento della storia.
Indubbiamente è un thriller che vi terrà con il fiato sospeso.
Nota positiva, la bella figura che l’autore fa fare alle forze dell’ordine italiane, sottolineando le fatiche giornaliere di questi “eroi”.
L’impaginazione del libro purtroppo non è delle migliori (la mia è una versione del 2016). La conclusione dei sottocapitoli è poco evidenziata e può capitare di dover tornare indietro per capire che è cambiato il punto di vista.
In alcuni momenti l’ho trovato un po’ confusionario e la narrazione a più voci non ha aiutato.
Avrei preferito un finale un po’ più positivo, invece ho avuto l’impressione che l’autore abbia voluto il “dramma” a tutti i costi.
Consigliato a chi ama i thriller con più intrecci.
Alla prossima ?
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